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Fials: rimarremo accanto a chi soffre

di Redazione Roma

Il nostro posto sarebbe la piazza, ma non ci andremo. Risponderemo a chi ha paura, a chi soffre, spiega il segretario generale Fials, Giuseppe Carbone. Dalle indennità misere agli organici allo stremo, dai professionisti che riparano all’estero agli operatori con disturbi post traumatici, burnout, sindromi da stress. Le corsie dovrebbero rimanere semi deserte, noi però ci saremo.

Fials: no in piazza ma accanto ai professionisti che si sacrificano

Giuseppe Carbone, segretario generale Fials

Il nostro posto sarebbe la piazza. Ma non ci andremo. Risponderemo, come sempre, a chi ha paura, a chi soffre. Guariremo più persone possibili, seppur non messi in condizione di farlo. Bardandoci nel tentativo di non contagiarci. Così il segretario generale Fials, Giuseppe Carbone, che seppur amareggiato (le corsie dovrebbero restare semi deserte. Come saranno tra pochi mesi per la costante emorragia di professionisti che scelgono di andare all’estero dove gli è riconosciuta la dignità professionale) non intende – con il sindacato che rappresenta – scendere in piazza.

A differenza del NurSind, che per il 28 gennaio ha proclamato lo sciopero generale del comparto. Comunque la si pensi, è indiscutibile che i lavoratori della sanità non ce la fanno più. È stato chiesto loro fin troppo, in risposta al sacrificio continuo, ai “due spicci” che arrivano a fine mese, prosegue Carbone, rimarcando come – da due anni a questa parte – il personale del 118 è stato dimenticato dalla Legge di Bilancio. La Fials si rivolge al governo Draghi e a tutte le istituzioni interessate, evidenziando di aver segnalato da tempo le criticità che, allo stato attuale, l’intero settore si trova ad attraversare. E per voce del segretario generale la Federazione parla di indennità misere e di come al personale dell’emergenza/urgenza spettano turni massacranti. Gli stipendi e il personale dedicato, di fatto, non sono stati incrementati mentre gli oneri risultano quadruplicati: dai reparti Covid ai drive-in per i tamponi, dalle terapie intensive, al sopperire alle sospensioni per il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale.

Fials su Ccnl comparto sanità e congedo di paternità

In realtà – ricorda ancora la Fials – una serie di “guadagni”, purtroppo, ci sono stati: disturbi post traumatici, burnout, sindromi da stress. Parliamo di operatori che si sono ammalati, si sono visti negare i tamponi di controllo da alcune aziende, che non avendo sufficiente personale per mandare avanti i reparti preferiscono non sapere e mandare in corsia presunti positivi. Quindi, il tema che viene affrontato è quello, assai delicato, del rinnovo del Ccnl comparto sanità (prossimo appuntamento, il 20 gennaio): All’Aran stiamo battagliando per il nuovo contratto nazionale – riprende Carbone – che però, stando agli stanziamenti della Legge di Bilancio, permetterà aumenti pari a 7,80 euro al mese (30 centesimi lordi al giorno) sui fondi contrattuali. Ancora, soli 19 euro mensili (75 centesimi lordi al giorno) per il nuovo ordinamento professionale e una media di aumento stipendiale lordo di 75 euro mensili.

Altro tema importante, sul quale la Fials, si è espressa negli ultimi giorni, riguarda il congedo di paternità e la differenza tra pubblico e privato. Tant’è che Elena Marrazzi, responsabile coordinamento donne Fials, ha parlato di papà di serie A e di serie B nel commentare che il congedo di paternità è di 10 giorni per i lavoratori privati. Quando invece nulla si muove per i dipendenti pubblici, per i quali manca il provvedimento attuativo. Rimane lontano il percorso culturale e normativo per raggiungere una parità reale, familiare e lavorativa, il laconico commento di Marrazzi.

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