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Payback legittimo, Regione Toscana porta caso alla Consulta

di Redazione

Il payback è legittimo e la Regione Toscana si costituirà in giudizio di fronte alla Corte costituzionale per difendere gli interessi regionali. Così il governatore Eugenio Giani, dopo il ricorso presentato dalle aziende produttrici di dispositivi medici che sostengono di non avere invece alcun debito maturato con la Regione. Le aziende stanno ostacolando fortemente questo meccanismo previsto per legge, ha dichiarato il Presidente, dopo aver ottenuto dalla Giunta l'autorizzazione a procedere, affidando rappresentanza e difesa all'Avvocatura dell'Ente.

Legittimità payback, Toscana alla Consulta contro ricorso ditte produttrici

Il paypack toscano corrisponde ad una somma di 420 milioni che la regione Toscana avrebbe dovuto ricevere per quattro annualità, dal 2019 al 2022.

La norma del payback, istituita nel 2015 dal governo Renzi ma mai attuata, prevede che le aziende del comparto sanità restituiscano un importo pari al 50% delle spese in eccesso, dette di sfondamento, sostenute dalle singole regioni.

Ciò comporta che le aziende fornitrici di dispositivi medici – dai letti alle mascherine, dagli stent alle siringhe, dai bisturi alle protesi - sono tenute a compartecipare al ripianamento dell'eventuale superamento del tetto di spesa regionale, ovverosia contribuire economicamente alle spese pubbliche sanitarie. Si tratta sostanzialmente di un sistema di controllo e compartecipazione della spesa pubblica che coinvolge imprese produttrici e regioni.

La questione era stata inizialmente impugnata dalle aziende di fronte al Tar del Lazio che ne aveva rimandato la decisione alla Consulta.

In attesa di un pronunciamento sul caso da parte della Corte Costituzionale, la Regione Toscana, al fine di far quadrare il bilancio sanità, aveva chiesto intanto al Ministero della Salute un anticipo parziale di 200 milioni, che è stato invece negato.

La Regione, che non si arrende, ha ritenuto pertanto opportuno proseguire nella propria rivendicazione in quanto tale situazione l'ha messa nelle condizioni di non ricevere i soldi attesi. Il Tar del Lazio ha infatti sospeso le richieste di pagamento e i soldi sono stati congelati.

Anche se ritengo che il Ministero potesse riconoscercene una parte, la motivazione formale che ci è stata data per il diniego è stata proprio l'esistenza del ricorso - spiega il governatore Giani -. Per questa ragione intendiamo anche andare oltre: se la Corte Costituzionale riconoscerà che il payback è legittimo, chiederemo conto alle aziende dei danni e dei problemi che abbiamo avuto. I tempi per la sentenza non si preannunciano, tuttavia, brevi.

Con due annualità di payback, pari a 200 milioni, si sarebbe potuto chiudere il bilancio, spiega il Governatore. Il governo ha scelto invece le lobby rispetto al popolo. Preferendo tutelare le aziende dei dispositivi sanitari, ha deciso di non dare alle Regioni le risorse del payback. Siamo stati pertanto costretti a varare nuove imposte, aumentando l'addizionale Irpef per i redditi sopra i 28 mila euro. Così si era espresso durante il consiglio regionale in cui è stato deciso l'incremento della tassa.

Comprendiamo le difficoltà della Regione in ottica di bilancio, ma non è assolutamente responsabilità del nostro comparto la decisione di un aumento Irpef 2024, ha ribadito Massimo Rimbaldi, presidente dell'Associazione fornitori ospedalieri della Toscana aderente a Fifo Confcommercio. Il Tar ha già sollevato una questione di legittimità costituzionale rilevando che le scelte legislative potrebbero risultare irragionevoli sotto molteplici profili, ha sottolineato.

Intanto la Regione intende aprire un tavolo di confronto con i sindacati, come ha anticipato il Presidente Giani in un incontro con i rappresentanti di Cisl e Uil, con l'obiettivo di eliminare nel corso del prossimo anno l'aumento appena introdotto, individuando insieme le spese sanitarie da limitare nella sanità toscana.

Mi impegno, comunque, ad una razionalizzazione della spesa sanitaria, serve una grande revisione dei costi del servizio sanitario regionale - ha dichiarato -. Bisogna capire se c'è appropriatezza prescrittiva, sul perché certi sistemi territoriali non funzionano e tutto si riversa sul pronto soccorso, se c'è troppo personale amministrativo. Bisogna entrare direttamente nelle aziende, fare una verifica molto seria. Sono aperto alle segnalazioni.

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