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Editoriale

2023, un difficile presepe

di Giordano Cotichelli

C’è una tipa che, fino a poco tempo fa, appariva un po’ dovunque mentre sbraitava sulla necessità di salvare il presepe. L’italico presepe. Paventava la scomparsa di paesaggi in cartapesta e statuine intente a fare i mestieri, sostituite dalla teoria del gender, quella di presepe 1 e presepe 2, mentre non era più sopportabile aspettare la restituzione di un quadro, anch’esso italico, rubato dai cugini d’oltralpe e raffigurante il sorriso più famoso del mondo. È un po’ di tempo però che la tipa non parla più del presepe, forse perché il pericolo è passato, o più probabilmente perché, alla tipa, non serve più parlarne. Eppure, proprio oggi, esso, è minacciato più che mai, e nelle parti più importanti che lo compongono. Vediamole.

Tra presepe 1 e presepe 2: il dilemma della nostra identità culturale

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