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Attualità Infermieri

Carenza di infermieri nelle isole, a rischio l’assistenza

di Redazione Roma

Sei mesi da infermiere a Ponza e Ventotene. È l’opportunità offerta dalla Asl di Latina per fronteggiare, in vista dell’estate, la cronica carenza di personale infermieristico presso le strutture sanitarie ubicate sulle isole. Dal Lazio alla Sardegna: qui il Nursind denuncia che nell’Asl di Nuoro mancano 100 infermieri e 40 Oss. Stagione “caldissima” nei numeri anche in Sicilia, dove secondo i nuovi standard (DM/71) – come ricorda la Fnopi – sarà necessario dedicare oltre 5mila professionisti sanitari all’assistenza domiciliare integrata.

Assistenza a rischio sulle isole, mancano gli infermieri

La mancanza cronica di personale infermieristico è aggravata da quella del personale di supporto e costringe gli infermieri ad essere illegittimamente demansionati

La carenza di personale infermieristico in Italia non riguarda soltanto la terra ferma. Piuttosto, con l’avvicinarsi delle vacanze estive, talune mete privilegiate rischiano di accusare ancora di più questa problematica.

Da qui la possibilità di lavorare come infermiere, per 180 giorni, su due delle sei isole pontine: Ponza e Ventotene (considerata “sorella minore” della prima).

È l’opportunità offerta l’Asl di Latina nell’ambito della stagione turistica di imminente avvio, con l’obiettivo di fronteggiare la cronica carenza di personale infermieristico presso le strutture sanitarie ubicate sulle isole Pontine, la cui condizione è destinata ad aggravarsi durante il periodo estivo mettendo a rischio la continuità dell’attività assistenziale e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Gli incarichi rivestiranno la forma di contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con durata non superiore a 6 mesi.

Dall’arcipelago del Lazio a un’ideale approdo in Sardegna, dove i Pronto soccorso sono a rischio collasso. Nel caso specifico di Nuoro, in tutta l’Asl mancano 100 infermieri e 40 Oss – come denuncia il Nursind – ricordando che al decimo piano è tutt’ora aperto il reparto Covid, gestito da lavoratori assunti mediante agenzia interinale con un contratto che scadrà a fine 2022.

All’interno di ogni reparto, viene fatto notare ancora dal sindacato, il personale è al di sotto dei numeri richiesti dai livelli fissati per il settore. Di infermieri, ad esempio, ce ne dovrebbero essere perlomeno 12, ma in diversi reparti sono 8, massimo 10. Ragione per cui anche la programmazione delle ferie estive rischia di non concretizzarsi e più di qualcuno, quanto alle vacanze, corre il pericolo di dover saltare un turno.

Spiegano i rappresentanti del Nursind Sardegna, Mauro Pintore e Francesco Tuvoni: La mancanza cronica di personale infermieristico è aggravata da quella del personale di supporto e costringe per necessità gli stessi professionisti sanitari ad occuparsi anche di attività diverse da quelle di competenza, con il rischio di pregiudicare quelle proprie, oltre ad essere illegittimamente demansionati. Per il Nursind, dunque, la situazione è ai limiti, in bilico tra insoddisfazione e burnout.

Un viaggio simbolico, il nostro, che termina in Sicilia, tappa conclusiva del Congresso itinerante della Fnopi. La regione governata da Nello Musumeci è tra quelle maggiormente “colpite” dai piani di rientro dal deficit sanitario.

In Sicilia la carenza di infermieri si è avvertita – e non è ancora finita – in particolare dopo l'approvazione definitiva del DM/71 che riorganizza la sanità territoriale. Fnopi ha stimato che nell'isola mancano 5.707 infermieri; il nuovo DM 71 certifica il bisogno in questa regione, almeno in media, di 3.910 infermieri (di cui 1.686 sono i nuovi infermieri di famiglia/comunità, 405 per gli Ospedali di Comunità e 1.011 per le Case di Comunità) e 1.520 infermieri. Infine, sempre secondo i nuovi standard, bisognerà dedicare oltre 5mila infermieri in Sicilia all’assistenza domiciliare integrata.

Giornalista
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