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Gli infermieri non stanno BENE: in burnout 6 su 10

di Redazione

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Il 59% degli infermieri in servizio negli ospedali italiani è molto stressato e il 36% sente di non avere il controllo sul proprio carico di lavoro. Il 47,3% si percepisce “privo di energia” e nel 40,2% dei casi si ravvisa un esaurimento emotivo elevato. Il 45.4% ritiene che l’impegno professionale non lasci abbastanza tempo per la propria vita personale e familiare. Alla domanda sulla possibilità di lasciare entro il prossimo anno l’ospedale a causa dell’insoddisfazione lavorativa, quasi la metà degli infermieri ha risposto in modo affermativo (45.2%). Ad analizzare il reale grado di stress dei professionisti e dei suoi principali motivi è lo studio BENE (BEnessere degli Infermieri e staffiNg sicuro negli ospEdali) realizzato dall’Università di Genova con il sostegno dalla Federazione nazionale degli infermieri (Fnopi), che avverte: Qualità delle cure e sicurezza dei pazienti a rischio.

Il 45,2% è pronto a lasciare, qualità delle cure sempre più a rischio

Studio BENE: l’insoddisfazione professionale interessa il 38,3% degli oltre 165mila infermieri che prestano servizio in ospedale, e il 45,2% è pronto a lasciare il lavoro nel giro di un anno (era il 35% nel 2019)

Infermieri stressati, insoddisfatti e pronti a lasciare il lavoro (quando non addirittura la stessa professione). È il quadro, allarmante, che emerge dall'analisi dello studio BENE, che snocciola un po' di percentuali sul reale grado di stress dei professionisti: l’insoddisfazione professionale interessa il 38,3% degli oltre 165mila infermieri che prestano servizio in ospedale, e il 45,2% è pronto a lasciare il lavoro nel giro di un anno (era il 35% nel 2019).

I motivi dell’insoddisfazione professionale riguardano lo stipendio non adeguato (77,9%) e la mancanza di prospettive di percorso professionale (65,2%).

Dai dati emerge ancora che, sul versante dell’assistenza, solamente il 3,2% percepisce come ‘eccellente’ la sicurezza del paziente nel proprio ospedale e il motivo prevalente delle cure mancate è la carenza di personale per la metà degli intervistati. Indipendentemente dal turno di lavoro, ogni infermiere assiste mediamente 8,1 pazienti.

La crisi finanziaria del 2008, che ha comportato una riduzione della spesa sanitaria con lo sviluppo di un ambiente di lavoro non favorevole e, come diretta conseguenza, risultati negativi per i pazienti, e la recente pandemia Covid-19 - scrivono gli autori - hanno influenzato negativamente la qualità degli ambienti di cura, impattando non solo sul benessere degli infermieri, ma anche sui risultati clinici nei pazienti e sulla loro soddisfazione.

Lo studio - spiegano dalla Fnopi - ha coinvolto un campione statisticamente valido di età media pari a 42.1 anni, 73% di genere femminile, presenti nei reparti di degenza di 38 presìdi ospedalieri del Paese e si è svolto tra giugno 2022 e luglio 2023 con l’obiettivo di indagare le principali variabili che impattano sul benessere dei professionisti e la sicurezza delle cure, in particolare dopo l’emergenza Covid-19. Perché il burnout degli infermieri si traduce in maggiori rischi per i pazienti.

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Commenti (1)

Rougedria

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1 commenti

...e la pensione ne parliamo?!

#1

Probabilmente se aveste parlato anche di pensione la percentusle di bornout sarebbe salita al 100%