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Prelievi in nero, i furbetti arrotondano con le scamorze

di Sara Di Santo

Signora, per il prelievo sono 20 euro. Mi chiami. Questo il modus operandi che alcuni infermieri del Policlinico di Bari hanno utilizzato per arrotondare lo stipendio con prestazioni extra. In nero. Sulla vicenda sono in corso le indagini dei Nas.

Infermieri a domicilio per prestazioni in nero

Non solo soldi, ma anche scamorze, salami e prosciutti. Si facevano andare bene anche generi alimentari gli infermieri ad oggi indagati per la vicenda dei prelievi in nero nel barese.

Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nas si sono presentati al centro di Emofilia e Trombosi del Policlinico di Bari, da circa due anni al centro delle indagini su un giro di prelievi ed esami del sangue eseguiti a domicilio da parte di infermieri che non rispetterebbero le disposizioni nelle attività extra istituzionali.

Da quanto è emerso fino ad ora, 6 infermieri avrebbero “agevolato” l’iter di alcuni pazienti, recandosi al loro domicilio per effettuare i prelievi di sangue ai quali devono sottoporsi quotidianamente.

Signora, per il prelievo sono 20 euro. Mi chiami - si sente nel video girato l’estate scorsa al Policlinico, che evidenzia come la pratica sia in essere già da diverso tempo.

Infermieri che si recano a casa del paziente con tutto il materiale necessario (si attende conferma dell’appartenenza di tale materiale alle scorte dell’Azienda), eseguono il prelievo ematico dietro un compenso che spazia dai 10 ai 20 euro e portano il campione in laboratorio, anche senza regolare richiesta.

Le indagini degli inquirenti si sono concentrate anche sulle abitazioni degli infermieri e sono ancora in corso controlli a tappeto, anche nel laboratorio di analisi.

Stiamo offrendo agli investigatori la massima collaborazione

ha dichiarato il direttore generale Vitangelo Dattoli.

Il sospetto è quello che il numero di soggetti coinvolti nel giro dei prelievi in nero sia ben più ampio dei 6 infermieri che, per ora, sono stati allontanati dal luogo di lavoro.

Nel maggio scorso, sempre al Policlinico di Bari, fu arrestata un’ostetrica colta in fragranza di reato: sorpresa di notte a caricare nella sua auto materiale sanitario (aghi, siringhe, teli ospedalieri, guanti monouso, garze e farmaci ad uso esclusivo ospedaliero) precedentemente sottratto dall’unità operativa dove prestava servizio.

Le indagini allora erano partite su segnalazione della dirigenza dell’azienda, che denunciava ammanchi di materiale sanitario nel reparto di Ostetricia e Ginecologia; lotta all’abusivismo che anche per la vicenda dei prelievi in nero sembra sia partita da un esposto redatto da un coordinatore d’area della stessa azienda.

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