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Patologia

Adenoma ipofisario

di Monica Vaccaretti

Raro tumore benigno intracranico che colpisce l'adenoipofisi, la parte anteriore della ghiandola endocrina localizzata nel cranio i cui ormoni sono fondamentali nella regolazione di importanti funzioni vitali, l'adenoma ipofisario è una lesione che occupa spazio generalmente all'interno della sella turcica, profonda escavazione dello sfenoide che accoglie la ghiandola. Viene classificato in base alle dimensioni, alla localizzazione ossia all'invasione delle strutture circostanti e alla capacità secretoria. Questo adenoma è infatti responsabile della produzione in eccesso o in difetto degli ormoni secreti (PRL, GH, ACTH, TSH) dagli organi bersaglio che può avere conseguenze letali. L'unico fattore di rischio attualmente noto è la familiarità per mutazione a carico di geni specifici. Si stima che sia un tipo di tumore più comune di quanto i dati epidemiologici evidenzino; di solito viene diagnosticato occasionalmente nel corso di indagini condotte per accertare altre patologie.

Tipi di tumore dell’ipofisi

adenoma ipofisario

L'adenoma ipofisario è un tumore benigno raro che colpisce l'adenoipofisi.

Esistono tre tipi principali di tumore dell'ipofisi, raramente maligni, causati dalla proliferazione incontrollata di cellule eosinofile, cellule basofile oppure cellule cromofobe.

Tumori eosinofili

I tumori eosinofili, che si sviluppano nei primi anni di vita, provocano gigantismo ossia gli individui colpiti presentano una massa corporea proporzionalmente sviluppata in base ad una statura elevata ma hanno difficoltà a reggersi in piedi tanto sono letargici ed affaticati.

Se la malattia comincia invece in età adulta l'eccessivo sviluppo osseo riguarda solo i piedi, le mani, le arcate orbitali, le eminenze molari, il naso e il mento, dando origine ad un quadro clinico che prende il nome di acromegalia.

L'eccessivo sviluppo non è limitato alle ossa ma riguarda ogni tessuto ed organo. I soggetti soffrono di cefalee intense e di disturbi visivi dovuti alla pressione che il tumore esercita sui nervi ottici.

La valutazione della visione centrale e l'esame del campo visivo rivelano spesso perdita della discriminazione tra colori, diplopia (sdoppiamento delle immagini) o cecità in una porzione del campo visivo. Si associano spesso anche decalcificazione dello scheletro, debolezza muscolare e disturbi endocrini simili a quelli che si sviluppano in soggetti con ipertiroidismo.

Tumori basofili

I tumori basofili danno origine alla sindrome di Cushing, le cui caratteristiche cliniche – obesità, ipertensione, osteoporosi, policitemia e, nelle femmine, virilizzazione ed amenorrea - sono in parte attribuibili all'iperattività surrenale.

Tumori cromofobi

I tumori cromofobi, che rappresentano il 90% dei tumori ipofisari, non producono ormoni ma provocano la distruzione della rimanente parte dell'ipofisi, causando ipopituitarismo. I soggetti tendono ad essere obesi e sonnolenti e ad avere capelli radi e sottili, cute secca e fragile, aspetto pallido e malaticcio, ossa piccole. Soffrono altresì di cefalea, perdita della libido, disturbi della vista che progrediscono sino alla cecità. Altri sintomi sono poliuria, polifagia, rallentamento del metabolismo basale, ipotermia.

Se inferiore a 1 centimetro, l'adenoma ipofisario è un microadenoma, se superiore a 1 cm è un macroadenoma. Se le dimensioni sono superiori a 3 centimetri è detto gigante.

La sintomatologia dipende dalle dimensioni, per effetto della massa sulle strutture che vengono compresse dalla neoplasia e dalle alterazioni della secrezione ormonale. In generale i sintomi comuni sono cefalea, osteopenia ed osteoporosi, calo del desiderio sessuale e varie alterazioni: del campo visivo, del ciclo mestruale, della pressione arteriosa, della glicemia nonché dei livelli circolanti di colesterolo e trigliceridi, sodio e potassio.

Sintomi di adenoma ipofisario

I sintomi di un adenoma funzionante sono specifici all'ipersecrezione ormonale. Nel caso di ipersecrezione dell'ormone della crescita (GH) detta acromegalia compare, oltre ad alterazioni glicemiche e pressorie, anche sudorazione eccessiva (iperidrosi), diastasi dentaria ossia un aumento dello spazio tra denti contigui, dolori e deformità articolari, apnee notturne e prognatismo, ossia una voce profonda e maschile per proliferazione della cartilagine della laringe.

Nel caso di ipersecrezione di ACTH e cortisolo, condizione nota come malattia di Cushing, oltre a diabete ed ipertensione, si verifica un aumento di peso sino all'obesità e compare acne, irsutismo (nelle donne), affaticamento e debolezza muscolare, depressione, ansia ed irritabilità, osteoporosi, calo della libido negli uomini. È tipica la comparsa di striae rubrae, smagliature di colore rosso vivo localizzate a livello addominale.

Come si tratta l’adenoma ipofisario

Il trattamento, che dipende dalle dimensioni e dalla tipologia di adenoma, è chirurgico, medico, radioterapico e radiochirurgico. Si deve tenere in considerazione che possono essere necessari alcuni anni per risolvere l'eccesso ormonale, durante i quali possono presentarsi difetti di funzione ipofisaria.

L'asportazione chirurgica della ghiandola pituitaria è il trattamento d'elezione in caso di macroadenoma non funzionante, soprattutto se vi sono alterazioni del campo visivo, e di micro o macroadenoma GH, ACTH e TSH secernenti. Non è indicata per i prolattinomi secernenti.

L'intervento è eseguito per via transnasosfenoidale (TNS), con inserimento di un endoscopio attraverso la cavità nasale. La chirurgia transcranica, mediante endoscopia 3D e neuronavigazione, viene utilizzata raramente in casi particolarmente invasivi. L'ipofisectomia è indicata per il trattamento di un tumore primario e nella sindrome di Cushing, dovuta all'eccessiva produzione di ACTH. L'ablazione della ghiandola altera numerose funzioni dell'organismo.

La terapia medica è limitata a casi selezionati. Il trattamento è indicato come prima scelta per Prolattinomi con somministrazione di farmaci dopamino-agonisti. Per il Gh-oma e il TSH-oma la terapia medica è di seconda scelta con somministrazione di analoghi della somatostatina.

Questi farmaci inibiscono la sintesi o la liberazione di ormone della crescita, riducendo notevolmente i sintomi. L'antagonista del recettore del GH può essere utilizzato in caso di GH-oma resistenti agli analoghi della somatostatina e non guariti dopo l'intervento chirurgico.

Qualora la chirurgia e la terapia medica non riescano ad assicurare un completo controllo della malattia può essere indicata la terapia radiante stereotassica frazionata - per irradiare selettivamente l'adenoma, con minima compromissione del tessuto sano - e la radiochirurgia (gamma Knife). Il trattamento radioterapico va riservato solo in caso di dimostrata ricrescita tumorale del residuo postchirurgico o nei pazienti che presentano elevato rischio operatorio in caso di re-intervento.

Può essere indicata una terapia ormonale sostitutiva nei pazienti con adenoma invasivo e destruente l'ipofisi sana e in quelli sottoposti a intervento chirurgico che abbia danneggiato la porzione di ipofisi o neuroipofisi sana. La terapia sostitutiva, costituita da corticosteroidi ed ormone tiroideo, richiede una adeguata educazione del paziente per favorirne l'aderenza.

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