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Decreto anziani, Fnopi al Senato: Riconoscere figura IFeC

di Monica Vaccaretti

Sosteniamo da tempo il riconoscimento della figura dell'infermiere di famiglia e di comunità come figura strategica rispetto ai nuovi bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana con patologie croniche e degenerative. Così il Consigliere nazionale della Fnopi, Carmelo Gagliano, intervenendo all'audizione in Senato alla 10° Commissione “Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale” durante la discussione dello schema del decreto legislativo n. 121 recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziani, noto come “Decreto anziani”, che era stato previsto dalla Legge 33/2023.

Gimbe: Decreto anziani grande passo, ma mancano risorse aggiuntive

Le prestazioni rivolte agli anziani (assistenza sociosanitaria, residenziale, domiciliare, territoriale) sono finanziate solo parzialmente dalla spesa sanitaria pubblica.

Si tratta di un atto che intende attuare misure specifiche a sostegno della salute e dell'invecchiamento attivo per prevenire la fragilità delle persone anziane, grandi anziane e anziane non autosufficienti.

Il decreto prevede per loro la promozione di strumenti di sanità preventiva e di telemedicina a domicilio nell'erogazione delle prestazioni assistenziali, progetti di servizio civile a loro beneficio, accesso alle cure palliative e alla valutazione multidisciplinare, servizi di carattere sociale, sanitario e sociosanitario, da attuare a livello regionale e locale.

L'obiettivo è promuovere dignità, autonomia, inclusione sociale - prevedendo anche la coabitazione solidale domiciliare e quella intergenerazionale - e mantenere le migliori condizioni di vita dell'anziano presso la propria casa nonché quella dei loro caregivers, ai quali viene riconosciuto il valore sociale ed economico per la collettività dell'attività di assistenza e cura non professionale e non retribuita prestata nel contesto familiare. Prevede inoltre un bonus anziani, un assegno destinato alle persone over 80 non autosufficienti che varierà a seconda dello specifico bisogno assistenziale.

A conclusione del suo intervento in merito al decreto, il consigliere nazionale della Fnopi ha dichiarato che per rendere più efficiente il Servizio Sanitario Nazionale sia necessario fornire ai cittadini nuovi modelli organizzativi capaci di seguire e coinvolgere attivamente i pazienti, con i loro familiari e caregiver, nel complesso percorso assistenziale, dalla prevenzione sino alla diagnosi e alla terapia. Ciò può essere realizzato se si attivano vere équipe multidisciplinari, come previste dal decreto, coinvolgendo anche gli operatori di supporto, figure indispensabili che attualmente sfuggono al controllo del management infermieristico.

Il provvedimento, che viene considerato prioritario dal governo e che dà avvio ad una riforma strutturale sulle politiche per gli anziani, è atteso da oltre 14 milioni di persone che, come segnala la Fondazione Gimbe, affrontano ogni giorno grandi disagi e difficoltà, aggravate dall'impoverimento economico delle famiglie e dalle disuguaglianze nell'erogazione dei servizi socio-sanitari tra le Regioni e tra le aree urbane e rurali.

All'audizione in Senato Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ha spiegato che dall'analisi della relazione illustrativa del decreto e della sua relazione tecnica, condotta per identificare la copertura finanziaria delle misure proposte, emerge purtroppo che non ci sono risorse aggiuntive da destinarvi.

Per il biennio 2025/2026 sono stati stanziati complessivamente 500 milioni che provengono però dalla riduzione del Fondo per le non autosufficienze e del Programma Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”, nonché dalle risorse già stanziate per la Missione 5 e la Missione 6 del PNRR.

Pertanto l'assegno di assistenza, strumento principale del decreto previsto per l'acquisto di servizi o contratti (badanti, caregiver, strutture per la presa in cura dell'anziano), viene finanziato con risorse già stanziate su altri capitoli di spesa pubblica, sottolinea Cartabellotta.

Considerato che il Decreto anziani fa riferimento ai livelli essenziali di assistenza e ai livelli essenziali dele prestazioni sociali, definiti Leps, diventa inderogabile la necessità di colmare inaccettabili divari regionali che saranno inevitabilmente accentuati dall'autonomia differenziata, chiosa Cartabellotta.

Considerando l'assenza di finanziamenti dedicati ai vari interventi, ritiene pertanto che l'attuazione delle misure di cui potrebbero beneficiare le persone anziane è fortemente condizionata dalle risorse disponibili, dalle rilevanti disuguaglianze regionali e dall'emanazione di numerosi decreti attuativi.

Poiché negli anziani e nei pazienti cronici non è possibile differenziare i bisogni sanitari da quelli sociali e considerando che tutte le erogazioni in denaro disposte dall'Inps non hanno vincolo di destinazione e non vengono sottoposte ad alcuna verifica rendendo cosi impossibile stimare il reale ritorno di salute e di qualità di vita per gli anziani, sarebbe opportuno piuttosto chiedersi, sostiene Cartabellotta, se l'Italia sia pronta ad istituire un Servizio Socio-Sanitario Nazionale che sia sostenuto dal relativo fabbisogno finanziario. Questa è la vera sfida lanciata dal Decreto anziani, conclude.

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