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Fnopi: indispensabili più infermieri specializzati

di Redazione

Servono più infermieri, specialisti e infungibili - non utilizzati per funzioni non attinenti alla loro specialità - che siano integrati con le altre professionalità e con un ruolo di case manager, cioè di referenti per i pazienti per collegarli alle prestazioni di cui davvero hanno bisogno. È quanto evidenziato, in linea con gli esiti degli Stati generali della professione infermieristica, da un pool di Associazioni della Consulta Cittadini e Pazienti (47 associazioni che rappresentano i portatori delle principali e più debilitanti patologie) della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).

Associazioni Cittadini Pazienti: infermieri referenti nei percorsi di cura

La professione infermieristica deve crescere e differenziarsi per responsabilità, competenze e percorsi di carriera e gli infermieri devono essere i responsabili della formazione delle figure che li supportano. È la sintesi di quanto emerso dagli Stati generali dell’Infermieristica, i cui risultati sono stati presentati a rappresentanti di Governo e Parlamento ad Arezzo, in occasione del 17° Forum Risk Management.

E proprio il Forum è stato la cornice del tavolo tematico che ha visto la sinergia tra infermieri e le Associazioni dei cittadini pazienti, che sposano appieno le istanze dei professionisti. Non si può continuare – ha commentato la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli - a parlare di ricette semplicistiche per affrontare e risolvere i problemi, perché il sistema è ormai complesso e servono analisi e strumenti di complessità.

Su questa scia, secondo le associazioni dei cittadini pazienti gli infermieri devono avere una funzione di educatori, non solo in ambito assistenziale, ma anche come facilitatori in ambito di teleassistenza e con una particolare attenzione alla formazione dei caregiver. E devono avere anche un maggior ruolo e impegno nella ricerca, per intervenire sugli ambiti più strategici per la società contemporanea.

Tutto questo deve necessariamente passare dall'introduzione di nuovi livelli essenziali di assistenza e dall'aggiornamento di quelli esistenti per non lasciare indietro cronicità (in Italia ne sono affetti circa 24 milioni di persone) e patologie rare (i malati rari sono tra i 2 e 3,5 milioni).

Le associazioni dei pazienti chiedono anche per gli infermieri la possibilità di crescita professionale attraverso la revisione della formazione universitaria, l'affermazione della figura dell'infermiere di famiglia per garantire la continuità ospedale-territorio, l'aggiornamento professionale continuo, mirato a obiettivi specifici per la tutela della salute dei pazienti e l'organizzazione dei servizi che vanno comunque riorganizzati secondo criteri di qualità per mettere in grado gli infermieri specialisti anche di gestire una filiera di operatori intermedi per garantire la presenza h24 a fianco dei cittadini.

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